Storia dell'isola di Sant'Erasmo

La più vasta delle isole della Laguna nord, è lunga più di 4 km e larga tra 500 metri e 1 km.

"Fra le isole che fanno argine alla Laguna di Venezia, si communera quella si Sant'Erasmo con belle vigne e giardini, da' quali si somministra alla Metropoli quantità di erbaggi e frutti perfetti...." questa è la definizione fatta da Coronelli nel suo famoso "Isolario dell'atlante Veneto" edito a Venezia nel 1696.

Sant'Erasmo era considerata dunque, e lo è ancora, come l'orto di Venezia in cui si producono verdure (dalle "castraure" alle "sparesee") le quali per la bontà del loro sapore, dovuto alla particolarità del terreno, in parte sabbioso ed in parte cretoso, sono molto ricercate e richieste al mercato di Rialto.       

L'isola una delle più grandi della Laguna di Venezia, è situata in una zona di grande importanza strategica per il collegamento tra la Laguna Nord (Murano, Burano, Torcello, ecc..) ed il Litorale di Punta sabbioni, Treporti e Cavallino; ma tale prerogativa, nonostante i numerosi progetti per il suo collegamento al litorale (Miozzi, Ronconi, ecc.), non è mai stata portata a termine, sia per volontà politica, che per problemi di ordine finanziario.

Il lido di Sant'Erasmo ebbe anticamente vari nomi: Lido Mercede o Mancese (dal fatto che gli Altinati, come ricorda Marziale, ricoveratisi in quel luogo, scavando per erigere una chiesa, trovarono una gran quantità di oro quasi in premio, mercede appunto, dell'opera che stavano compiendo) Lido Albo (per distesa di bianca sabbia che copriva la località) Lido Bromio (per il rumore provocato dalle onde del mare) Lido di Torcello o di Murano (per la vicinanza di tali isole).

Un tempo tutta la zona era coperta, lungo il mare, da una densa selva di pini e prese il nome di Pineta Maggiore al tempo del Duca Paoluccio Anafesto (712). Ancora nel 1455 si trova traccia di questa selva in una legge diretta al pretore torcelliano, con la quale si decretavano sanzioni severe a chi avesse bruciato o danneggiato i pini di quel lido. Più tardi la selva scomparve, probabilmente inghiottita dal mare.Nel 792 i fuggiaschi altinati, guidati da un certo Mauro, sembra abbiano eretto un chiesa dedicata ai martiri Erme ed Erasmo sul luogo dove prima sorgeva un ritiro di anacoreti (religiosi che si ritiravano in solitudine) verso la parte meridionale dell'isola.In seguito fu istituita una Parrocchia, separata da quella di Murano. Il parroco veniva eletto dagli isolani. Nel 1120 il piovano Arioduno restaurò la chiesa ormai cadente.

Nel 1380 S. Erasmo venne occupata dai Genovesi e dagli Schiavoni. In seguito tornò ad una vita fiorente, ma nel XVI sec. fu colpita dal contagio della peste e la popolazione abbandonò quasi completamente la zona fino al 1820.A differenza di molte altre isole della laguna, S. Erasmo non ha subito particolari cambiamenti di superficie a causa dell'erosione marina, perché posta fuori dal raggio d'azione di foci di fiumi o di canali.

Strane e controverse vicende ha conosciuto invece il suo porto: per due volte fu chiuso a favore di quello di Lido; ma dalla fine del XV sec. la sua importanza crebbe soprattutto come porto di Murano.Da documenti di archivio si ha notizia di altre chiese oltre all'attuale (costruita nel 1929 su precedenti fondazioni) e della presenza nell'isola di alcuni mulini a vento.Dal punto di vista archeologico S. Erasmo potrebbe riservare molti motivi d'interesse, come dimostrano rinvenimenti casuali, compiuti ad esempio in occasione dello scavo per il metanodotto.Attualmente il livello medio del terreno risulta artificialmente sopraelevato per scopi agricoli di almeno un metro rispetto al secolo scorso.

 Un bicentenario: i Cippi di Conternimazione

Prima della costruzione delle dighe foranee di P. Sabbioni e del Lido, ultimate nel 1910, l'isola era posta direttamente di fronte al mare. Per S. Erasmo passava dunque la linea di conterminazione lagunare, completata dalla repubblica nel 1791: 100 cippi posti lungo l'intero perimetro della laguna.Ancora oggi a S. Erasmo si trovano 16 di questi cippi, che hanno perso solo recentemente la loro funzione giuridica.Dal cippo 29, posto di fronte al Lido, presso la Torre Massimiliana, all'ingresso dell'osteria "Tedeschi", fino al cippo 44 all'estremità opposta dell'isola, di fronte al canale di Treporti, è un percorso, lungo la via delle Motte e il canale Passaora, che permette di riscoprire con le antiche iscrizioni scolpite sulla pietra, anche antiche atmosfere e valori dimenticati, nei colori mutevoli della campagna.

 

 La Torre Massimiliana

Fu costruita dagli Austriaci tra il 1830 e il 1844 sul precedente Forte di S.Erasmo costruito dai Francesi.

Circondata da un fossato acqueo e da un argine con impianto poligonale irregolare, difendeva la parte meridionale del litorale di S.Erasmo, in appoggio al forte di S.Nicolò, di S. Andrea, di Treporti.

Prende nome dal suo inventore, l’arciduca Massimiliano Giuseppe d’Austria che sviluppò uno studio sperimentale per fortificazioni a tracciato circolare.

Dopo la demolizione delle quattro torri omonime a Brescello sul Po in seguito all’unità d’Italia, resta l’unico esempio di questo tipo di fortificazioni nel nostro territorio.

Impiegata come batteria contraerea durante la seconda guerra mondiale, fu occupata dalle truppe Tedesche nel 1943. Venne molto danneggiata dal tentativo di farla saltare durante la loro ritirata.

torre e chiesaDopo un breve utilizzo come abitazione da parte di famiglie sfollate, venne lasciata all’abbandono.

Oggi possiamo ammirarla dopo l’integrale intervento di restauro realizzato dal Consorzio Venezia Nuova.

 



 

 La Chiesa Di S.Erasmo


La nuova chiesa parrocchiale, costruita in seguito alla demolizione di quella precedente, che risaliva al 1840, ma era assai piu piccola, fu consacrata a Cristo Re il 27 ottobre 1929 dal Patriarca La Fontaine.

Lo stile è romanico bizantino, con una singolare e suggestiva facciata e dei porticati affiancati, dall'intonaco di recente rifatto. L'interno e costituito da un'unica navata, lunga una ventina di metri, con il presbiterio innalzato (vi si accede per un'ampia scalinata di 6 gradini) ed il coro. Presenta un soffitto ligneo a capriate ben mantenuto.

Dietro l'altare maggiore (ora rivolto verso la navata) si staglia una grande scultura in legno raffigurante Cristo sulla croce. La lunetta a mosaico dorato, opera voluta da don Vian, collocata un tempo sotto la croce, è ora sistemata sulla parete dell'altare del Santissimo.

E' interessante notare, ai lati delle figure centrali, i due Santi raffigurati: Erasmo ed Ermenegildo (forse S. Ermete?)

Assai recente e invece la sistemazione del rivestimento in marmo dell' altare (su bozzetto della ditta Muffato di Cannaregio).

Gli altri altari laterali non hanno particolari speciali, ma sono cari alla tradizione e pietà popolare: uno e dedicato alla Vergine Maria, altare di antica fattura, i cui marmi appartengono alla chiesa precedente, uno e dedicato a Sant' Antonio (la statua lignea che lo raffigura proviene dall'Isola del Deserto).

L'ultimo altare, sul lato destro, e dedicato al Vescovo e Martire S. Erasmo, ma racchiude pure una statua raffigurante Maria Regina, col bambino in braccio, di fattura popolare: risale all'anno 1840 e proviene da Ortisei (Bolzano). Questa statua lignea, da poco restaurata, era un tempo utilizzata per le processioni nel mese di maggio.

Sul lato sinistra, dopo l'entrata, vi si trova il Battistero ed una pregevole acquasantiera sorretta da una vera da pozzo in marmo rosso, di fattura recente con stile somigliante al bizantino, sulla parete e stato inserito, per gli oli santi, il Tabernacolo della precedente chiesa.

Sopra la porta centrale d'ingresso, all'interno, si può ammirare ancora oggi una grande tela attribuita a Domenico Tintoretto (1562-1635), che raffigura con notevole realismo il martire Erasmo, mentre i suoi persecutori gli estraggono gli intestini, girandoli attorno ad un argano di nave. Tale orribile supplizio ha fatto sì che il Santo venisse invocato come patrono dei tornitori e pregato in difesa di tutti i mali viscerali e potesse pure diventare protettore delle partorienti.

L'interno della chiesa è reso accogliente e prezioso da alcune serie di Vetrate colorate organizzate in trittici, poste sopra ciascuno degli altari e sull'abside: sono opere realizzate in anni differenti dal Maestro muranese Anzolo Fuga. Rappresentano scene della vita di S. Antonio, la Vergine Maria, S. Marco Evangelista e ancora: il patrono S. Erasmo.

Col trascorrere del tempo la chiesa si e abbellita ancora di altre sculture, quadri e piccoli oggetti che la devozione degli abitanti dell'Isola lascia spesso in dono, a memoria dei propri defunti. All'esterno, sopra il portale d'ingresso e visibile un mosaico, opera di Olivo Santagostino (1983): in sostituzione di un precedente mosaico, raffigurante un angelo, andato in frantumi (in parte ricostruito e ora conservato da persona privata).

Sotto i portici, nel lato esterno verso la strada, hanno trovato sistemazione alcuni resti di antichi sarcofagi, rinvenuti nella laguna.